L’obiettivo di questo FORUM è contribuire alla riduzione degli impatti ambientali dei porti turistici e da diporto attraverso una gestione sostenibile dei rifiuti. I porti partner intendono dotarsi di uno strumento di governance comune chiamato “Piano congiunto” al fine di: a) potenziare la capacità attrattiva; b) rispettare l’ambiente e migliorare la qualità delle acque marine; c) offrire ai diportisti/turisti servizi di qualità; d) sperimentare soluzioni innovative. Se si analizza la normativa italiana (che recepisce la Direttiva europea 2000/59/CE) in materia di gestione dei rifiuti nei porti, risulta evidente come non siano previste alcune prescrizioni di carattere ambientale per le imbarcazioni omologate per meno di 12 passeggeri (vedere articolo 6 del Decreto Legislativo n°171 del 18 luglio 2005 – allegato). Per questo motivo attualmente, all’interno dell’area di cooperazione, esistono numerose marine che non offrono nessun servizio di raccolta rifiuti e che si appoggiano totalmente sul sistema di gestione urbana. Con questo FORUM si vuole discutere sui contenuti del “Piano Congiunto” per dotare di un valido strumento di gestione dei rifiuti i porti turistici e da diporto che ne sono sprovvisti o che vogliono migliorare i piani da loro sviluppati. – Domande aperte e contributi richiesti Per gli operatori e i gestori portuali: 1) Quali soluzioni innovative vorreste testare/proporre per una corretta gestione dei rifiuti e dei reflui? 2) Qual è il principale ostacolo a una corretta gestione dei rifiuti? Costi, personale, spazi…? 3) Siete interessati ad attivare un forum permanente sulla gestione dei rifiuti nel vostro porto con i principali attori locali? Preferite la discussione on-line o incontri di persona annuali? Per i diportisti: 1) Di quali servizi avresti bisogno per gestire in modo sostenibile i tuoi rifiuti? 2) Ci sono degli oggetti/prodotti che non sai come differenziare? Razzi, batterie, vernici…? 3) Sai come gestire correttamente l’acqua di sentina? |
Sviluppo ed approfondimento degli stessi (max 2 pagine) Uno dei maggiori problemi ambientali legato ai porticcioli turistici è l’abbandono e/o il rilascio di prodotti inquinanti da parte delle imbarcazioni (acque nere, detersivi, carburanti, batterie e oli esausti, vernici antivegetative). I rifiuti di tipo urbano, sia solido che liquido, possono provocare problemi di inquinamento microbiologico (batteri fecali patogeni e non) o meccanico – estetico (legno, cordami, plastica, ecc). Le acque reflue invece causano l’inquinamento del bacino portuale. Quest’ultime hanno due origini principali: dalle imbarcazioni stesse o dalle installazioni ed i piazzali circostanti il rimessaggio. Rifiuti e reflui sono particolarmente dannosi per l’ambiente marino dell’area oggetto di studio dell’alto Tirreno. In tale area sono infatti presenti un’ampia varietà di specie e habitat preziose e protette e riconosciute attraverso l’istituzione di 12 zone marine protette tra cui il Santuario dei Cetacei, e 16 parchi e riserve naturali costiere. Le elevate pressioni antropiche dovute alle attività turistiche e diportistiche risultano particolarmente intense durante il periodo estivo. Liguria, Sardegna e Toscana sono rispettivamente la prima, la seconda e la terza tra le regioni italiane per disponibilità di posti barca. Per quanto riguarda la Francia, la Costa Azzurra è l’area in cui si concentrano il maggior numero di marine presenti nel Paese (oltre 60.000 posti barca). La pressione dovuta alle attività di diportismo nell’area di cooperazione è destinata ad aumentare, in quanto le strutture presenti sono insufficienti ad assorbire i flussi consistenti di turismo nautico. La portualità turistica riproduce, fortunatamente su scala minore, i potenziali impatti di quella commerciale: le acque di sentina e i piccoli sversamenti di carburante, l’uso delle vernici e di altre sostanze impiegate nel trattamento degli scafi, i liquami cloacali (laddove i servizi non siano assicurati) producono un inquinamento chimico e fisico ‐ batteriologico che insiste su specchi acquei a scarso ricambio idrico e su fondali soggetti a periodici dragaggi. I principali rischi ambientali per le acque costiere interessate dalle attività di diportismo sono: il rischio di distrofia – alterazione dell’habitat a causa di eccessivi accumuli di sostanza organica -; Il rischio chimico – legato alla presenza di metalli, idrocarburi… – e il rischio igienico/sanitario – legato alla presenza di microrganismi patogeni per l’uomo. https://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/05171dl.htm |